Archivi giornalieri: 3 giugno 2025

Due splendidi concerti a Velletri e Genzano riempiono di musica l’ultima domenica di maggio

Due splendidi concerti a Velletri e Genzano
riempiono di musica l’ultima domenica di maggio

La rassegna concertistica “Il Suono di Liszt a Villa d’Este”, ormai da sette anni trasferitasi dalla originaria Tivoli al quadrante sud dei Castelli Romani e curata dall’Associazione Colle Ionci con il contributo quest’anno della Regione Lazio, continua a proporre eventi di grande spessore culturale. È il caso della scorsa domenica 25 maggio 2025 quando ben due concerti, la mattina all’Auditorium “Romina Trenta” della Casa delle Culture e della Musica di Velletri e il pomeriggio nella Sala delle Armi del Palazzo Sforza-Cesarini di Genzano, hanno offerto agli appassionati di godere di musiche magnifiche e soprattutto magnificamente interpretate.

Filippo Tenisci

Filippo Tenisci

Si incominciava la mattina alle 11:15 a Velletri con un concerto sul pianoforte storico e un programma tutto delicato alle musiche di Wagner trascritte per pianoforte da Franz Liszt: “Da Wagner/Liszt alla contemporaneità” era il titolo del concerto, in cui compariva anche un pezzo contemporaneo, scritto espressamente per questo evento dal giovane compositore Davide Tramontano. Il breve ed intenso brano, per espressa indicazione dell’autore, è stato eseguito immediatamente prima del meraviglioso e coinvolgente Isoldes Liebestod (Morte per amore di Isotta) e senza interruzione, come in fondo indica già il titolo datogli in tedesco e che in italiano significa letteralmente Proemio a “Isoldes Liebestod” di Wagner. Il bravissimo e giovane interprete Filippo Tenisci, che da poco ha completato un’incisione in due CD di tutte le trascrizioni lisztiane per pianoforte solo dalle opere di Wagner, con questa performance ha anche completato l’esecuzione di tutte le trascrizioni dal vivo in concerto e sul pianoforte Erard del 1879. Questo strumento Erard è uguale a quello del 1858  che Wagner possedeva e sul quale aveva concepito il Tristano, l’opera fondamentale nella sua parabola artistica e nella rivoluzione in senso cromatico da lui operata nella storia della Musica, come spiegato nella magnifica brochure che illustra questi concerti matinée di Velletri. Concludeva la scaletta ufficiale una fantastica e incredibile Ouverture del Tannhäuser che strappava all’uditorio un’interminabile messe di applausi, alla quale seguiva un bis (che comunque era annunciato nel programma): la calma e solenne Marcia Nuziale dal Lohengrin, che aveva la funzione sia di acquietare l’atmosfera, resa incandescente dalla cascata irrefrenabile di note della precedente Ouverture, sia di colmare l’unica lacuna che era rimasta nell’esecuzione in concerto dell’integrale di Wagner/Liszt, poiché essa non era stata prevista nel precedente concerto del 2023 dedicato al primo periodo wagneriano. È stato un piacevole e interessante saluto al pubblico intervenuto, per mezzo della melodia di Wagner forse generalmente più nota anche ai profani, perché tuttora universalmente utilizzata nei matrimoni.

Cinzia Guarino e Paolo Rigano

Cinzia Guarino e Paolo Rigano

Qualche ora più tardi, alle 18,00 si illuminava il palcoscenico della Sala delle Armi nel Palazzo Sforza-Cesarini di Genzano per un concerto di musica barocca che vedeva protagonisti eccellenti una coppia di artisti siciliani formatisi al Conservatorio di Palermo col quale continuano a collaborare: Cinzia Guarino al clavicembalo e Paolo Rigano, il quale invece si alternava agilmente all’arciliuto e alla chitarra barocca. Sono strumenti di un certo fascino, che oggi potremmo quasi ritenere “esotico” ma che dal Rinascimento alla metà del ‘700 erano di uso comune e allietavano le corti e le dimore patrizie del tempo. Il programma era incentrato sulle musiche di questo periodo, e in particolare dell’area mediterranea tra Italia e Penisola Iberica, ma incorniciate, all’inizio e alla fine, da due composizioni addirittura contemporanee: un Preludio e passacaglia composto in stile antico da Tiziano Bagnati (classe 1960) e “Corrispondenze” dello stesso Paolo Rigano, un brano più modernista, che tra l’altro dava il nome all’intero concerto e che dimostra come strumenti antichi, quali il clavicembalo e l’arciliuto, possano comunque essere utilizzati anche per la musica realmente contemporanea. Si è trattato quindi di un programma perfettamente in linea con gli intenti della XIII edizione di “Il Suono di Liszt a Villa d’Este” intitolata “Con l’antico riscopriamo anche il moderno”: utilizzando tastiere antiche – quelle del clavicembalo e in senso lato pure quelle sui manici del liuto e chitarra barocca, a parte quella originale d’epoca del pianoforte Erard – si vogliono proporre anche musiche moderne e contemporanee. Il concerto scorreva tutto con vivace leggerezza, trattandosi prevalentemente di briose arie di danza, come un’unica lunga Suite allestita però con diversi compositori, da Falconieri a De Murcia, a Sanz, ai due Scarlatti padre e figlio, Alessandro e Domenico, fino al Fandango dal Quintetto di Boccherini, quest’ultimo in apposita trascrizione per tale duo. Ai lunghi applausi del pubblico seguiva un fuori programma con cembalo e chitarra barocca – sempre del genere di una vivace danza ma stavolta dal carattere più tipico delle sponde orientali del Mediterraneo – a chiudere questo concerto pomeridiano e questa domenica di fine maggio così piena di grande e bella musica.

                                                                                                              by Nick da Rocca